Sei ossessionato dai social? La ‘teoria del Dorito’ può spiegarti perché e come evitare di cadere di nuovo nella trappola.
Si sa: i social possono diventare un’ossessione o una specie di droga. Anche se ancora non è stata definita a livello ufficiale, la dipendenza da social network è da tempo oggetto di ricerche da parte degli scienziati.
Quanti non riescono a staccare col pensiero dall’ultimo post che hanno letto o scritto, dall’ultimo like che hanno ricevuto (o non ricevuto) e si sentono a disagio quando non possono usare lo smartphone per accedere agli amatissimi social?
Un po’ come accade coi Doritos. Avete presente quelle tortilla chips dalla doratura invitante (da cui appunto il nome che deriva dallo spagnolo doradito, “piccola cosa dorata”)? Piccole gustose patatine che si divorano in un battibaleno: una tira l’altra e il contenuto del sacchetto in men che non si dica passa dalle mani alla nostra bocca. Ma che c’entrano i Doritos coi social?
L’ossessione da social spiegata dalla ‘Dorito Theory’
Il consumo compulsivo di Doritos e la dipendenza da social potrebbero avere più cose in comune di quello che pensiamo. Così almeno afferma la “Dorito Theory’ riassunta dalla tiktoker Celeste Aria (@celeste.aria_) in un video postato, ovviamente, sui social e diventato presto virale.
Essenzialmente sarebbe lo stesso meccanismo psicologico a ingabbiare la mente portandoci a ingurgitare Doritos come se non ci fosse un domani e a non staccare mai dai social. «Mangiare patatine crea dipendenza – spiega Aria – perché il culmine dell’esperienza è quando le assaggi inizialmente, e non dopo». E continua dicendo: «Non c’è nulla che esista una volta terminata l’esperienza».
Alla base della ‘Dorito Theory’ si trova l’idea che sono solo le esperienze che non sono veramente soddisfacenti a creare la massima dipendenza. Il giochino insomma sta nel creare un’esperienza insoddisfacente, mai pienamente saziante, che lascia la voglia di ripetere ancora (e ancora, e ancora… ) quell’esperienza per provare di nuovo il piacere iniziale. «Quando mangi un Dorito e finisci il tuo boccone, non sei completamente soddisfatto», dice la tiktoker. «Non è la stessa cosa che mangiare una bistecca o mangiare un cibo davvero saziante e ricco di proteine, dove dopo il morso senti davvero quella pienezza e quel calore di soddisfazione».
La ‘teoria del Dorito’ si applica anche a altre esperienze, afferma Aria. Come lo «scorrimento infinito su TikTok». Non siamo mai sazi di scrollare sui social. È proprio il momento in cui tocchiamo il tasto dello scrolling che ci dà una botta di dopamina. Pur sapendo che snack e patatine non sono precisamente alimenti ricchi di nutrienti salutari continueremo perciò a divorare junk food. Così come non la smetteremo di rimanere (anche mentalmente) incollati sui social e di passare un’infinità di tempo a intossicarci in discussioni che ci fanno perdere solo tempo. Il consiglio di Celeste Aria è semplice: identificare tutte le esperienze che rientrano nella categoria ‘Dorito’ e rimuoverle.
@celeste.aria_ Have you heard of Dorito Theory? What types of things and experiences falls under it for you? #doritotheory #dopamine #addictivebehaviour #howtostoprotting #rottingtiktok #impulsivebehaviour #howtousetiktokless #howtoeathealthy #howtomotivateyourself #howtoimprove #thoughtexperiment #serotonin #mentalhealth #neuroscience #neurodivergent #adhd