La nuova frontiera della truffa: un messaggio, poi il buio. Tutto succede su WhatsApp. I cittadini devono correre ai ripari.
Il mondo del web riserva sempre, purtroppo, sgradite sorprese per gli utenti. Niente è come sembra, questo in sintesi il messaggio che sembra ormai circolare da molti anni. Tutto è iniziato con la frequentazione massiccia della rete da parte dei cittadini. Più utenti, più traffico dati e di conseguenza più opportunità per malintenzionati senza scrupoli che non aspettano altro che l’occasione per approfittare del momento, dell’ingenuità altrui o di una semplice distrazione.
Inizialmente le cose in un certo senso potevano essere più facilmente “annusate”, per cosi dire, oggi invece tutto è diventato molto più complesso. Nella stragrande maggioranza dei casi, in passato, ma anche adesso, il contenuto truffaldino si distingueva per la capacità di attirare su di se le attenzioni dell’utente. Un contenuto per l’appunto accattivante, la possibilità di ricevere un premio, per esempio, o magari una problematica di natura bancaria da risolvere al più presto. Oggi, in alcuni casi, tutto è cambiato e intercettare il bluff diventa sempre più difficile.
Oggi, cosi come anticipato, tutto si è fatto molto più complicato per gli stessi utenti. La situazione riguardante qualsiasi tipo di notifica ricevuto, anche quella apparentemente più ordinaria e innocua deve purtroppo sempre far riflettere. Gli schemi della truffa sono quasi sempre gli stessi, a cambiare è il contesto in cui questa si verifica e le opzioni scelte dagli stessi malintenzionati. Il veicolo, sempre lo stesso, mail, sms o messaggi social. Tutto il resto è un continuo rischio da evitare.
L’ultimo raggiro sta trovando terreno fertile attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea e non solo, WhatsApp. In questo caso un messaggio viene inviato alla potenziale vittima: “Ho rotto il telefono”. Questa la parte per cosi dire fissa del contenuto, che può essere rivolta a un genitore, un amico ecc. Ovviamente a seguire l’immancabile link vero gancio per condurre la vittima potenziale verso una situazione che a volte può rischiare di diventare drammatica.
Dall’altra parte, la persona che riceve il messaggio in questione, preoccupata dalla natura stessa del contenuto potrebbe cliccare sullo stesso link per sincerarsi in qualche modo della situazione e magari assecondare le richieste effettuate. A quel punto, soltanto accedendo alla pagina chiaramente nascosta l’utente colpito provvederà senza saperlo a trasferire tutti i propri dati personali al malintenzionato di turno. Lo stesso, utilizzerà le stesse informazioni per nuove truffe o per provare a forzare specifici sistemi di sicurezza legati ad altri dati sensibili presenti, magari, sullo smartphone della vittima. Massima allerta insomma, e dubitare sempre di contenuti alquanto ambigui.
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